LUOGHI DI PREVENZIONE - Centro Regionale di Didattica Multimediale per la Promozione della Salute
La carta di Ottawa trent’anni dopo
La carta di Ottawa trent’anni dopoA Shangai dal 21 al 24 novembre 2016 si è svolta  la nona  Conferenza mondiale  per la promozione della salute.
L’appuntamento è stato dedicato a:
  • healthy cities: città come piattaforma vitale per la promozione del benessere fisico, la tutela della equità e il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile;
  • strategie intersettoriali tra sanità e altri settori
  • partecipazione sociale
  • health literacy: competenze che migliorano le capacità delle persone di elaborare informazioni utili a vivere in modo più salutare .
 
Presenti  più di 1000 personalità politiche, 40  ministri e 100 sindaci di grandi città di tutto il mondo.
Due i documenti approvati: la Dichiarazione di Shangai per la promozione della salute , strettamente collegata all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e il Consensus dei Sindaci, volto a un miglioramento dei contesti urbani attraverso una serie di azioni da implementare, tra cui quella di ridurre l’inquinamento  e rendere le città smoke free, libere dal fumo.
“Le misure legislative e fiscali sono tra gli interventi più efficaci che i governi  nazionali e locali , possono adottare per promuovere la salute dei cittadini”- sono le parole che Margaret Chan, direttore generale OMS,   usa per potenziare risposte come “ il controllo della vendita di tabacco e la tassazione su bevande zuccherate e altri prodotti non salutari”.
 
La prima Conferenza Mondiale in materia di salute   ( 17/ 21 novembre 1986)  aveva  condotto alla approvazione della Carta di Ottawa, punto di riferimento sulla necessità dell’impegno politico per garantire il benessere dei cittadini e   ancora in larga parte inattuata.  Riprendiamone  i punti fondamentali:
  • costruire una politica pubblica per la tutela della salute;
  • creare ambienti favorevoli al benessere psico fisico;
  • rinforzare l’empowerment di comunità nelle scelte salutari;
  • sviluppare le competenze di salute individuali;
  • riorientare i servizi sanitari ponendo al centro la persona .
 
 
 La regione Emilia-Romagna, nell’attuazione del Piano Regionale della Prevenzione, come sottolinea Adriana Giannini, pone al centro gli  obiettivi di:
intersettorialità: nell’ambito dei setting luoghi di lavoro, comunità, scuola e settore sanitario in cui  sono stati predisposti 68 progetti che rispondono agli obiettivi del PNP e coinvolgono gruppi di lavoro trasversali , composti da operatori dei diversi servizi regionali e delle AUSL. “ La prevenzione non può che essere intersettoriale, interistituzionale e interprofessionale, essendo gli interventi più efficaci se trasversali a diversi settori della società”;
equità:  è il valore di riferimento per identificare quali sono le azioni più promettenti dal punto di vista della riduzione delle diseguaglianze e valutare l’attuazione delle attività equity oriented ( lavoro svolto in stretta collaborazione con l’Agenzia sanitaria e sociale regionale e in collegamento con la rete dei referenti aziendali per l’equità) . Sono state individuate tre direzioni:
  • progetti rivolti a gruppi di popolazione che presentano caratteristiche di vulnerabilità sociale e/o fragilità;
  • messa a disposizione dello strumento EqIA ( Equality Impact Assessment) come garanzia di valutazione dei progetti inseriti nel Prp nella prospettiva dell’equità;
  • realizzazione di tre HealthEquity Audit su: mancata attività fisica nelle donne adulte; contrasto a sovrappeso e obesità infantile; promozione di stili di vita salutari in pazienti psichiatrici.
 
Le competenze di salute da parte dei cittadini e le capacità di favorirne il coinvolgimento attivo da parte dei professionisti dalla salute sono sostenute dal Centro Luoghi di Prevenzione  con diverse iniziative realizzate principalmente con percorsi laboratoriali intersettoriali e formazione a distanza.
 
 
Per approfondire gli argomenti  trattati si possono consultare:  
 

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